Oggi è caduto in disuso, ma per molti anni il noce scuro americano è stato il materiale esclusivo con cui venivano costruiti i ponti delle Ovation a prescindere dal modello. Oltre alla forma semplice e funzionale dietro questa scelta (di sicuro anche economica) c'era una motivazione di ordine acustico. All'Ovation pensavano che il ponte così disegnato rappresentasse nell'insieme di una chitarra all'avanguardia, un punto di arrivo del design e dell'acustica. Infatti la scelta era dettata dalla necessità di avere la massima risonanza, unita alla resistenza, messa a confronto con gli altri due legni in uso per la costruzione di un ponte ; l'ebano ed il palissandro.
Il noce fu scelto perché è un legno duro e può reggere l'inteso tiro delle corde pur avendo la "metà" del peso dell'ebano e del palissandro. Era visto insomma come un beneficio alla leggerezza complessiva di quell'area così importante per la vibrazione della tavola ed il volume di suono. In più, come anche l'ebano, il noce richiedeva solo un minimo di finitura.
La forma del ponte era ed è semplice, con angoli arrotondati ed un andamento curvilineo della parte posteriore che minimizza le possibili distorsioni di vibrazione del top. Il profilo del ponte è leggero senza cambi repentini di spessore o direzione, comuni a molte altre forme di ponti. Guardato dal fondo della chitarra rivela una graduale restrizione verso il Mi cantino; scelta che va sempre nell'ottica di un ponte leggero, resistente dove serve e distribuito in modo da equilibrare tutte le frequenze. La prima caratteristiche che si nota è l'assenza di pins (pioli) per tenere le corde ancorate alla tavola. Questa scelta, oltre che originale ed economica, permise di poter manipolare con facilità e libertà le catenature all'interno della chitarra alla ricerca del miglior suono.
Usando un ponte tradizionale con i pins si sarebbe dovuto installare in corrispondenza sotto la tavola l'apposito legno piatto di rinforzo con tutte le negatività del caso. L'assenza di pins ha permesso all'Ovation di poter giocare con le catenature e capire quale timbro poter tirar fuori dalla chitarra. Un'altra caratteristica dell'epoca era quella di realizzare nella parte inferiore del ponte una leggera rientranza (poco meno di 0,1mm) per accomodare la colla con la quale veniva poi applicato al top. Era sicuramente una buona pratica dettata però dal fatto che per molti anni il ponte veniva incollato direttamente sulla finitura e c'era quindi la necessità di lasciare uno spessore minimo di colla per la necessaria presa (vedi ultima foto in alto). Nel caso delle 12 corde veniva applicato un inserto in materiale fenolico di rinforzo direttamente nel ponte (con il corretto orientamento delle fibre) per aiutare a reggere i 115 kg. di tiro delle corde. Il ponte veniva assicurato al top con 3 viti in alluminio (pratica ancora in uso). Come nota finale c'è da dire che con questo tipo di ponte è decisamente più semplice sostituire le corde, e non ultimo, non si rischia di perdere i pins. Tra le varie forme di ponte utilizzate dall'Ovation, la mia preferita rimane comunque quella denominata "winged" (ad ala). Quella che tutti conosciamo ne è una diretta discendente. Pare sia stata modificata perché prona a rotture nel cambio di sezione sulle ali.
Il noce fu scelto perché è un legno duro e può reggere l'inteso tiro delle corde pur avendo la "metà" del peso dell'ebano e del palissandro. Era visto insomma come un beneficio alla leggerezza complessiva di quell'area così importante per la vibrazione della tavola ed il volume di suono. In più, come anche l'ebano, il noce richiedeva solo un minimo di finitura.
La forma del ponte era ed è semplice, con angoli arrotondati ed un andamento curvilineo della parte posteriore che minimizza le possibili distorsioni di vibrazione del top. Il profilo del ponte è leggero senza cambi repentini di spessore o direzione, comuni a molte altre forme di ponti. Guardato dal fondo della chitarra rivela una graduale restrizione verso il Mi cantino; scelta che va sempre nell'ottica di un ponte leggero, resistente dove serve e distribuito in modo da equilibrare tutte le frequenze. La prima caratteristiche che si nota è l'assenza di pins (pioli) per tenere le corde ancorate alla tavola. Questa scelta, oltre che originale ed economica, permise di poter manipolare con facilità e libertà le catenature all'interno della chitarra alla ricerca del miglior suono.
Usando un ponte tradizionale con i pins si sarebbe dovuto installare in corrispondenza sotto la tavola l'apposito legno piatto di rinforzo con tutte le negatività del caso. L'assenza di pins ha permesso all'Ovation di poter giocare con le catenature e capire quale timbro poter tirar fuori dalla chitarra. Un'altra caratteristica dell'epoca era quella di realizzare nella parte inferiore del ponte una leggera rientranza (poco meno di 0,1mm) per accomodare la colla con la quale veniva poi applicato al top. Era sicuramente una buona pratica dettata però dal fatto che per molti anni il ponte veniva incollato direttamente sulla finitura e c'era quindi la necessità di lasciare uno spessore minimo di colla per la necessaria presa (vedi ultima foto in alto). Nel caso delle 12 corde veniva applicato un inserto in materiale fenolico di rinforzo direttamente nel ponte (con il corretto orientamento delle fibre) per aiutare a reggere i 115 kg. di tiro delle corde. Il ponte veniva assicurato al top con 3 viti in alluminio (pratica ancora in uso). Come nota finale c'è da dire che con questo tipo di ponte è decisamente più semplice sostituire le corde, e non ultimo, non si rischia di perdere i pins. Tra le varie forme di ponte utilizzate dall'Ovation, la mia preferita rimane comunque quella denominata "winged" (ad ala). Quella che tutti conosciamo ne è una diretta discendente. Pare sia stata modificata perché prona a rotture nel cambio di sezione sulle ali.